Google shopping, lo strumento essenziale per i siti di e-commerce!
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Lanciato in Italia nel 2011, Google Shopping è diventato rapidamente la piattaforma indispensabile per i siti di e-commerce. Per beneficiare della sua potenza di vendita, i professionisti del settore devono imparare a utilizzarlo nel migliore dei modi. Scopri come fare con la nostra guida Google Shopping.
Cos’è Google Shopping?
DA GOOGLE PRODUCT SEARCH GRATUITO A GOOGLE SHOPPING A PAGAMENTO
Testato a lungo in versione beta negli Stati Uniti, è stato lanciato nel dicembre 2002 con il nome “Froogle” (una parola ombrello che combina “Frugal” e “Google”) e ribattezzato “Google Product Search” nel 2007. A quel tempo, questo servizio era completamente gratuito: Google finanziava la piattaforma tramite annunci AdWords sulle pagine Internet. I proprietari di un sito e-commerce potevano proporre liberamente i loro prodotti e la loro classifica non dipendeva da un pagamento.
Il 31 maggio 2012, la società di Mountain View ha aggiornato la propria piattaforma facendola diventare un servizio monetizzato, denominato per l’occasione “Google Shopping”. Uno sviluppo logico, dato che la sua strategia si è sempre basata sulla generazione di clic, in particolare sui link pubblicitari. Da quel momento in poi, i prodotti compaiono in base alla loro rilevanza, in relazione alla richiesta effettuata e all’importo pagato dagli e-merchant. Ma come funziona questa piattaforma? Te lo spieghiamo nella nostra guida Google Shopping.
IL COMPARATORE DEI PREZZI E LO SPAZIO DI VENDITA SU INTERNET
La piattaforma di vendita per i professionisti dell’e-commerce è disponibile nella scheda “Shopping” della prima pagina dei risultati di ricerca di Google, insieme ai filtri “Notizie”, “Immagini”, “Video”, “Maps”, ” Libri” e “Voli”. Inoltre, puoi trovarla anche nei classici risultati del motore di ricerca.
Google Shopping svolge due funzioni principali:
- ð È lo spazio dedicato alla vendita di prodotti – offre per ognuno di essi una breve descrizione, una foto, un prezzo e il nome del commerciante che lo vende.
- È un comparatore di prezzi – anche se i risultati non vengono classificati secondo questo criterio, dato che i migliori risultati sono quelli appartenenti ai venditori che hanno fatto un’offerta più alta per una determinata query di ricerca.
Ad oggi, questo servizio è riservato esclusivamente ai professionisti dell’e-commerce per un numero limitato di Paesi (12), ma non è escluso che un giorno venga esteso ad altre nazioni, nonché ai privati che desiderano vendere i propri servizi online.
Lo strumento per aumentare visibilità, traffico e vendite
IL COMPLEMENTO A PAGAMENTO PER IL TUO POSIZIONAMENTO NATURALE
Anche seguendo i consigli degli esperti e leggendo articoli simili alla nostra guida Google Shopping, garantire il posizionamento naturale nella pole position di Google è una vera sfida in questo momento. Senza contare che le ricerche generiche, come “automobili”, vanno a vantaggio delle grandi aziende storiche del settore e fanno salire i costi pubblicitari di AdWords.
Inoltre, i risultati naturali sono talvolta nascosti “below the fold”. In altre parole, al di là della prima schermata di ricerca, in quanto i primi risultati sono spesso occupati da Google AdWords o dallo stesso Google Shopping, poiché il comparatore è ben posizionato nei risultati di ricerca.
Godendo del suo status di quasi monopolio, Google stabilisce le regole. Ricordiamo che oggi rappresenta 9 richieste su 10 fatte sul Web. Se hai intenzione di pagare il colosso americano, vendere su Google Shopping non è affatto male per i siti di e-commerce.
I VANTAGGI DI GOOGLE SHOPPING
Nella nostra guida Google Shopping non può mancare un focus sui vantaggi. Basato sullo stesso modello economico di Google AdWords, Google Shopping funziona attraverso il sistema di aste Cost Per Click (CPC): in altre parole, più paghi, migliore sarà il ranking. In realtà entrano in gioco anche altri criteri, come la qualità dell’immagine fornita, le opinioni lasciate dai clienti, ecc. Tuttavia, il venditore paga solo se l’utente fa clic sull’annuncio e arriva al sito di e-commerce associato.
Si tratta di un reindirizzamento ad alto valore aggiunto, in quanto il formato Google Shopping riduce notevolmente i cosiddetti clic di “curiosità”. Oltre al tag “Title” e “Description” dei link classici, il prodotto è arricchito da altri elementi, come foto, recensioni dei clienti, ecc.
I link commerciali più attraenti garantiscono la migliore qualità dei prospect, offrendo, di fatto, migliore ritorno sull’investimento (ROI). Infatti, dopo aver cliccato su un link di Google Shopping, gli utenti di Internet sono più propensi all’acquisto.
In sintesi, con la nostra guida Google Shopping, vogliamo incoraggiarti a utilizzare contemporaneamente Google AdWords e Google Shopping per aumentare la visibilità dei tuoi prodotti, garantire migliore traffico sul sito e-commerce e aumentare le vendite, limitando di conseguenza il costo per clic.
Come funziona Google Shopping?
L’ESPERIENZA UTENTE DI GOOGLE SHOPPING
Un altro punto che vogliamo trattare in questa guida Google Shopping è l’esperienza utente. Nella scheda “Shopping” di un risultato di ricerca Google, è possibile visualizzare più di 30 prodotti diversi, di cui 12 nella prima pagina dello schermo. Ogni prodotto mostra:
- Titolo
- Foto
- Prezzo
- Il numero di negozi che lo vendono a queste condizioni
Cliccando su uno di essi, l’utente potrà leggere una breve descrizione e scoprire alcuni dettagli aggiuntivi sul prodotto stesso, ma anche sui vari commercianti, sui costi di consegna e le recensioni dei clienti.
Inoltre, è disponibile un link che permette di confrontare le varie offerte. Grazie all’apposita tabella di confronto è possibile controllare chi sono i venditori, le opinioni su di essi, i dettagli di consegna, il prezzo base e il prezzo totale, prima di “visualizzare l’offerta” sul sito Web dell’inserzionista.
Per riassumere questa parte della nostra guida Google Shopping, in pochi clic l’internauta ha tutti gli elementi di cui ha bisogno per fare la sua scelta.
LA CONFIGURAZIONE CHE I PROFESSIONISTI DELL’E-COMMERCE DEVONO EFFETTUARE
Per configurare il proprio Google Shopping, il professionista del sito e-commerce deve obbligatoriamente possedere un account sul Merchant Center per caricare il catalogo e vendere su Google Shopping i propri prodotti. Dopodiché dovrà creare una campagna AdWords, per beneficiare della doppia visibilità su google.it e google.it/shopping.
Naturalmente, il feed di dati su Google Merchant deve soddisfare i requisiti del colosso americano, per apparire correttamente nella scheda “Shopping”. In formato XML o tipo CSV/XLS, deve includere i seguenti campi:
- ID [nome utente], in formato alfanumerico
- Title [titolo], massimo 150 caratteri
- Description [descrizione], massimo 5.000 caratteri
- Link [link], pagina di destinazione del prodotto, massimo 2.000 caratteri
- Image_link [link_immagine], URL immagine prodotto principale, massimo 2.000 caratteri
- Availability [disponibilità]
- Price [prezzo]
- google_product_category [categoria_di_prodotti_google]
- brand [marca], nome del marchio del prodotto, massimo 70 caratteri
- gtin [gtin], codice Global Trade Item Number del prodotto
- mpn [riferimento_produttore] massimo 70 caratteri alfanumerici
- condition [stato]
Quando il feed è pronto, deve essere inviato a Google Merchant Center, seguendo i passaggi qui descritti! In questa fase è opportuno programmare correttamente la frequenza di aggiornamento del feed, tenendo conto che deve essere almeno mensile.
Anche se Google Shopping ha una sezione “consigli” per familiarizzare con la piattaforma, avviare e mantenere il tuo negozio online (fondamentale per migliorare le prestazioni), saperlo gestire correttamente è abbastanza complesso…ma non ti preoccupare, c’è qui la nostra guida Google Shopping ad aiutarti.
Come aumentare le tue prestazioni su Google Shopping?
GESTIRE I FEED DEL TUO PRODOTTO
Dal 16 maggio 2016, Google esclude sistematicamente i prodotti privi di codice GTIN. Questo codice internazionale, fornito dal produttore, permette un’identificazione precisa ed è una garanzia di rilevanza per il colosso americano. A seconda del Paese di vendita, è disponibile in diverse forme: un UPC a 12 cifre (Nord America), un EAN a 13 cifre in Europa, un ISBN da 10 a 13 cifre per i libri, ecc.
Solo i prodotti di nuovi brand hanno questo obbligo. Esistono, tuttavia, eccezioni per le quali il codice GTIN non è richiesto su Google Shopping: prodotti di seconda mano, deperibili, personalizzati, ecc. Per tutti gli altri casi, si consiglia vivamente di ricercare il prezioso codice, utilizzando, ad esempio, un motore di ricerca apposito come Index UPC.
Secondo Google, fornire il codice GTIN aumenta i clic e le impressioni del 40%, migliorando in media il tasso di conversione del 20%.
La piattaforma pubblicitaria (e ovviamente anche la nostra guida Google Shopping) invita vivamente i professionisti dell’e-commerce a fornire informazioni precise sulle varie caratteristiche degli articoli. Ad esempio, nel settore abbigliamento, specificando i diversi colori, taglie o materiali di una determinata t-shirt. Per specificare tutte le informazioni in modo chiaro nel feed, utilizza la sezione “Attributi dettagliati del prodotto e raggruppamenti di articoli”. Oltre a migliorare l’esperienza utente, la gestione di questa sezione permette di lavorare sulla tua visibilità, grazie alle long tail keywords, termini estremamente precisi ricercati dagli utenti che cercano una determinata caratteristica.
APPROFITTA DI TUTTE LE FUNZIONALITÀ DI GOOGLE SHOPPING
Fin dal suo primo lancio, Google ha lavorato sodo, come al solito, per perfezionare la sua piattaforma, migliorandone regolarmente la presentazione e l’esperienza utente associata. Ultimamente, si sono concentrati soprattutto sui dispositivi mobili: adesso gli annunci presentano recensioni e valutazioni dei prodotti.
Sebbene siano un’arma a doppio taglio per i professionisti che vogliono vendere su Google Shopping, dal momento che non possono controllarne i commenti negativi (che siano fondati o meno), queste informazioni, sempre più ricercate dall’utente di Internet, aiutano a migliorare notevolmente il tasso di conversione.
La funzionalità fondamentale della quale vogliamo parlarti nella nostra guida Google Shopping è il pulsante “Acquista ora”. Testato negli Stati Uniti a partire dal 2015, il pulsante “Acquista ora” aumenta il tasso di conversione anche sui dispositivi mobili. Dall’altra parte dell’Atlantico, è direttamente associato al Google Wallet dell’utente mobile, che dispone già di tutte le informazioni bancarie necessarie per consentire al pulsante di funzionare “praticamente da solo”!
Arrivato in Europa tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017, incoraggia i professionisti dell’e-commerce a ottimizzare le proprie campagne pubblicitarie, tenendo conto di ogni tipologia di device: le prestazioni di PC e dispositivi mobili sono ormai simili, un fattore da non dimenticare quando si fanno delle offerte tramite smartphone.
Infine, sempre con l’obiettivo di poter raggiungere l’acquirente su più canali, Google Shopping incentiva anche la vendita dei prodotti nei negozi fisici, indicandoti quelli nelle vicinanze in cui acquistarli.
Consapevole dell’importanza della localizzazione geografica, che continua a privilegiare nei suoi risultati, il colosso americano ha deciso di promuovere gli annunci locali a scapito degli annunci tradizionali, soprattutto su mobile. In effetti, essi hanno una visibilità superiore su Google Shopping.
Per sfruttare appieno questo vantaggio, i commercianti con un negozio fisico dovranno, quindi, produrre due feed separati aggiuntivi: il primo che stabilisce l’elenco dei prodotti in negozio, il secondo, con il numero di scorte.
Come aggiustare le offerte correttamente?
UTILIZZARE DATI DI QUALITÀ
Che guida Google Shopping sarebbe se non ti parlassimo di una delle chiavi per aumentare la performance di questa incredibile piattaforma? Massimizzare la redditività delle campagne pubblicitarie adeguando correttamente le offerte è fondamentale. Queste, infatti, determinano la frequenza di diffusione dell’annuncio, in base al contesto di ricerca, al canale da privilegiare, alle ore o addirittura all’area geografica da raggiungere.
In altre parole, per ottenere la giusta misura, è assolutamente necessario conoscere bene i potenziali clienti. Conoscenze che richiedono lo studio attento di dati qualitativi: qual è il profilo dei visitatori del sito? Quali sono le pagine più visitate? Quali sono le loro preferenze di acquisto? Quali sono i motivi dell’abbandono del carrello? Ecc. Queste informazioni possono essere abbinate ai dati del catalogo prodotti per determinare i migliori trend di vendita e di acquisto.
In sintesi, è essenziale identificare chiaramente tutti i dati utili a tracciare profili con comportamenti di acquisto chiari. In questo modo indirizzerai il pubblico giusto verso le tue campagne AdWords/Shopping.
AFFIDARSI AGLI ELENCHI DI REMARKETING RLSA
Pur basandosi su questi preziosi dati, è interessante utilizzare gli elenchi di remarketing “RSLA” disponibili su Google Shopping. Non sai come funzionano? Niente paura, te lo spieghiamo in questa guida Google Shopping. Gli elenchi di remarketing “RSLA” consentono di personalizzare le campagne pubblicitarie, tenendo conto degli utenti che hanno già visitato il sito, al fine di adeguare correttamente le offerte e vendere su Google Shopping i tuoi prodotti.
Ad esempio, se un utente è arrivato su un sito di e-commerce senza acquistare, grazie all’elenco di remarketing, potrebbe essere possibile “recuperarlo”:
- Aumentando le offerte sulle parole-chiave indirizzate ai consumatori che hanno già visitato il sito nell’ultimo mese.
- Trasmettendo un messaggio appropriato ai clienti che hanno riempito il carrello senza finalizzarlo.
- Creando un’offerta su nuove parole-chiave dalla portata più ampia, tra gli utenti che hanno già effettuato un acquisto sul sito.
La piattaforma Google Shopping richiede determinate competenze per sfruttare appieno tutte le sue capacità. Inoltre, al di là della meticolosità che richiede ogni campagna di Google Shopping, la sua gestione necessita di molto tempo. Tempo per creare annunci, targeting, aggiornamento dei feed, ottimizzazione degli annunci e molto altro ancora.
A volte è preferibile delegare questi compiti ai professionisti del settore, come un’Agenzia Google Ads in grado di padroneggiare le tecniche e trovare il giusto approccio per orchestrare abilmente le tue vendite su questa piattaforma.
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